Sintomi di Leishmaniosi nel cane: gli stadi della malattia
Nel precedente articolo abbiamo parlato della Leishmaniosi, una malattia parassitaria particolarmente grave e difficile da gestire.
Oggi ci soffermiamo sull’aspetto forse più interessante per te: cosa fare per riconoscere in tempo la malattia e come si arriva a diagnosi.
La Leishmaniosi è una malattia trasmessa da un microscopica zanzara, il flebotomo, che fa impazzire il sistema immunitario provocando gravi danni in tutto l’organismo.
Il sintomo, quando si evidenzia indica che la patologia è già in stadio avanzato.
Ecco perché è così importante soffermarci sulla sua diagnosi precoce.
Sintomi della Leishmaniosi nel cane: come accorgersi della malattia?
Contenuti
La malattia spaventa molto medici e proprietari e a ragion veduta.
Se infatti è complicato proteggere il cane, per tante ragioni, non ultima la difficoltà di creare una reale ed efficace barriera contro gli insetti vettori, può esserlo ancor di più il riconoscimento dei sintomi che, quando si palesano, mettono in evidenza una forma già grave di patologia.
Ecco perché è così importante effettuare controlli regolari che possano mettere in evidenza il solo contagio del cane nei confronti del parassita, anche quando i sintomi sono del tutto assenti.
È, infatti in questa fase che possiamo decidere di intervenire o meno dal punto di vista terapeutico per prevenire eventuali problemi.
Sintomi iniziali di sospetta Leishmaniosi nel cane
Lo so tu vuoi andare subito al sodo e leggere quali possono essere i sintomi che ti fanno sospettare questa grave forma morbosa.
Te li elenco ma è poi importante che tu vada avanti a leggere per comprendere cosa dovrai fare dopo, insieme al tuo medico, per capire davvero se il cane è malato.
I sintomi che devono farci sospettare la Leishmaniosi possono essere generici e potrebbero coinvolgere organi diversi:
- affaticamento precoce
- zoppia
- screpolatura eccessiva della cute (gomiti, bordo orecchie, tartufo)
- dimagramento
- diminuito appetito.
Abbiamo poi sintomi iniziali più specifici.
Tra i sintomi cutanei iniziali troviamo delle papule ulceranti (singole o in gruppo): confuse spesso con normali punture di insetto, sono proprio il punto in cui il pappatacio inocula la Leishmania.
Scompaiono dopo poche settimane ma indicano che l’infezione c’è stata.
Si manifestano soprattutto nelle zone di maggior esposizione: la testa (naso, orecchie) e addome.
Dal momento dell’infezione al momento in cui il cane si ammala può passare davvero molto tempo, con evoluzione della situazione abbastanza eterogenea.
Ecco perché è così importante fare controlli regolari per essere consapevoli dello stato del cane.
Per comprendere come si manifesta la malattia in fase conclamata, devo farti capire meglio, come reagisce l’organismo del cane, una volta che viene in contatto con il protozoo (quello della Leishmania).
Differenza tra infezione e malattia nella Leishmaniosi del cane.
Se un cane viene punto da un pappatacio portatore di Leishmania, reagisce attraverso il sistema immunitario definito cellulo-mediato
In pratica delle cellule dell’organismo (i macrofagi) intercettano il protozoo e lo inglobano al loro interno.
Da una parte dovrebbero inattivarlo -e in parte lo fanno- ma dall’altra, invece lo proteggono.
Qui, la forma larvale della Leishmania può rimanere latente oppure svilupparsi e replicarsi venendo inglobata da altre cellule, ma sempre senza manifestare alcun sintomo.
Questo processo può rimanere in equilibrio, senza dare malattia, per mesi o anni (o per sempre).
La durata di questo periodo dipende da diversi fattori:
- predisposizione di razza: cani che provengono da zone mai state infestate si ammalano più facilmente
- resistenza al parassita: il Cirneco Dell’Etna pare non ammalarsi, così come una razza autoctona delle Baleari
- maggior o minore capacità del parassita a creare infezione: le Leishmanie sono molto eterogenee dal punto di vista genetico, ne esistono tante e questa variabilità può incidere sulla loro capacità di resistenza o sensibilità all’interno dei macrofagi e quindi di provocare la malattia.
Quando un cane è infetto quindi potrebbe:
- resistere: avere una sieropositività assente o limitata nel tempo, mai segni clinici e una risposta cellulo-mediata efficace
- essere sensibile: titolo anticorpale elevato, sintomatologia clinica manifesta, risposta immunitaria di tipo anticorpale.
La malattia, di solito si manifesta quando i macrofagi, continuamente stimolati dal parassita inducono la formazione di anticorpi che non sono protettivi, ma anzi inducono la diffusione della patologia.
In pratica il sistema immunitario impazzisce.
Quindi, tornando alla differenza tra infezione e malattia, individuare la presenza del parassita nel sangue, significa solo che il cane è infetto, ma non per questo malato e che potrebbe anzi essere resistente.
Si pensa che più del 50% dei cani che vivono in zone endemiche siano positivi alla presenza del parassita, ma non per questo sono malati.
Per comprendere se un cane è infetto è utile (e consigliatissimo) effettuare dei semplici esami del sangue che possano mettere in evidenza la presenza o meno del parassita all’interno del circolo.
Questo esame preliminare è il secondo step nella prevenzione (il primo, è la copertura con antiparassitari repellenti che limitino la possibilità di puntura del flebotomo).
Attenzione però: non è un esame che ti dice che il cane è malato, ma che è infetto!
Non esiste, infatti un esame del sangue che possa darti la diagnosi di malattia, quella può provenire solo dalla manifestazione clinica, che sia essa un sintomo manifesto o una alterazione del sangue o delle urine.
Perché è importante fare questi test?
Anche in assenza di sintomatologia, sapere che il proprio cane è infetto, significa poterlo sottoporre a controlli regolari per comprendere se la situazione rimane senza risposta anticorpale oppure se la risposta inizia a mutare e quindi potenzialmente diventare manifesta la malattia.
Un cane, infetto, inoltre può essere un serbatoio di malattia per tutti, uomo compreso.
Quindi, è importante mettere in pratica quei dispositivi che cerchino di renderlo non più infettante e valutarne la portata, attivando una terapia che uccida il parassita (per quanto possibile) e che renda l’animale non più infettante.
Sintomi di Leishmania in fase conclamata: la malattia vera e propria, che sintomi da?
Dal momento dell’infezione, che di solito avviene in estate, la malattia si potrebbe manifestare nell’autunno inverno successivo, circa 3 mesi dopo l’infezione.
Gli anticorpi che si formano creano degli immunocomplessi che, depositandosi in diversi distretti dell’organismo possono poi creare sintomatologia differente a seconda di dove arrivano.
Ecco perché si possono avere sintomi molto differenti.
La malattia colpisce prevalentemente le aree scoperte del corpo, soprattutto la faccia.
La lesione iniziale, la papula eritematosa, da pochi mm ad un cm di diametro, evolve rapidamente in nodulo roseo-giallastro ed è quella descritta prima.
La lesione in fase avanzata è rappresentata da un nodulo ricoperto da squame o croste, con alone eritematoso e depressione ulcerata centrale.
Può guarire spontaneamente nel giro di 6-12 mesi
Altre lesioni cutanee possono essere in forma
- secca, in cui mancano le componenti ulcerative, a guarigione lenta
- umida in cui si hanno ulcere-crostose molto evidenti, soprattutto a livello delle articolazioni e prominenze ossee ma anche intorno agli occhi, tartufo, cuscinetti plantari
- infiltrativa, ricoperta di squame senza croste
- cronica caratterizzata da piccoli noduli multipli intorno ad un’area atrofica.
Le forme dermatologiche sono caratterizzate dall’impossibilità di guarigione e quindi sono refrattarie a qualunque terapia.
La diagnosi differenziale principale è con il Lupus Vulgaris e con la sarcoidosi, ma anche, in minor misura il Lupus Eritematoso Dermoide, l’impetigine, il granuloma da corpo estraneo, i linfomi e gli pseudolinfomi.
Altri sintomi e organi coinvolti in corso di Leishmaniosi.
Come abbiamo visto però la malattia può coinvolgere altri organi e distretti.
Questo perché gli immunocomplessi che si formano (agglomerati che si creano tra l’antigene, in questo caso la Leishmania e l’anticorpo) migrano in diversi tessuti e lì si depositano provocando infiammazione e degenerazione degli stessi.
Gli occhi sono tra questi e sono coinvolti nel 24% dei casi con uveiti, congiuntiviti e altro.
Gli organi che, però sono maggiormente colpiti sono i reni.
La loro parte funzionale, il glomerulo degenera quando gli immunocomplessi si depositano al loro livello, provocando una Insufficienza Renale Cronica.
Ecco perché i sintomi di questa forma morbosa devono sempre essere fonte di attenzione anche per la possibile infezione di Leishmaniosi.
Altri sintomi di organi coinvolti sono:
- ingrossamento dei linfonodi, in particolare quelli prescapolari che drenano la linfa proveniente dalla testa
- ingrossamento della milza
Stadi di infezione e di malattia di Leishmaniosi del cane
Per meglio attivarsi dal punto di vista terapeutico e considerando la grande variabilità delle situazioni che il medico dovrà affrontare, il gruppo di studio permanente sulla Leishmaniosi canina ha stabilito degli stadi in cui l’animale può trovarsi, per indicare delle linee guida terapeutiche in base alla situazione.
Un secondo gruppo di studio ha stabilito anche il trattamento terapeutico che dovrebbe essere effettuato e che precisa in modo più dettagliato soprattutto le conseguenze renali che la malattia di solito provoca.
Le classificazioni possono essere messe in parallelo e dunque le descrivo assieme mettendo in corsivo la classificazione del secondo gruppo.
Nel cane infetto si possono avere 4 stadi clinici più 2 sottostadi che tengano conto della possibilità di recidiva o resistenza alla terapia.
Stadio A: cani esposti – Malattia Lieve
- No segni clinici
- no alterazioni clinico-patologiche
- test parassitologici negativi – sieronegativo
- titolo anticorpale basso
- segni clinici lievi come aumento di volume di un singolo linfonodo o dermatite papulosa
In questi soggetti, il fattore di rischio è rappresentato dal vivere o aver soggiornato in aree endemiche.
Consigliato monitoraggio ogni 3-6 mesi. Prognosi buona
Stadio B:cani infetti – Malattia moderata
- no segni clinici
- no alterazione dei parametri ematologici, emato-biochimici e urinari (lieve anemia non rigenerativa, iper-gammaglobulinemia, ipoalbuminemia, sindrome da iperviscosità sierica)
- positivi test parassitologici diretti e indiretti (osservazione di striscio di sangue e/o test sierologici)
- titoli anticorpali bassi
- titoli anticorpali da bassi a moderati
- lesioni cutanee simmetriche o diffuse come dermatite esfoliativa/onicogrifosi (crescita esagerata delle unghie)
- ulcere (tartufo, cuscinetti plantari, prominenze ossee, giunzioni muco-cutanee)
- linfoadeno-megalia generalizzata (ingrossamento dei linfonodi)
- perdita di appetito
- perdita di peso
È noto però, che i titoli anticorpali si alzano progressivamente con il passaggio dallo stato di infezione a quello di malattia.
Questi risultano direttamente correlati all’aumento della carica parassitaria nei vari organi e tessuti.
Il rilievo di titoli anticorpali 4 volte superiori a quelli considerati come titolo-soglia (cut-off) corrisponde a una chiara dimostrazione del progredire irreversibile dell’infezione verso la malattia
Sottostadio a) profilo renale normale: creatinina < 1.4 mg/dl; non proteinurico: UPC < 0.5
Sottostadio b) creatinina <1.4 mg/dl; UPC= 0.5-1
Terapia consigliata: allopurinolo +antimoniato di meglumina o miltefosina
Prognosi da buona a riservata
Stadio C: cani malati– Malattia grave
- dimostrazione diretta del parassita
- titoli anticorpali elevati, da medi ad elevati
- evidenza di segni clinici suggestivi di leishmaniosi
- alterazioni dovute alla presenza del parassita.
- cani che, oltre ai segni clinici elencati negli Stadi I e II, possono presentare segni causati da lesioni da immuno-complessi (e.g. uveite e glomerulonefrite)
- alterazioni clinico-patologiche elencate nello Stadio II e Insufficienza renale cronica (IRC) in stadio IRIS I con UPC= 1-5 o stadio II (creatinina 1.4-2 mg/dl)
Terapia necessaria come stadio precedente più terapia per Insufficienza Renale Cronica
Prognosi da riservata a infausta
I cani malati possono presentare un quadro clinico di estrema severità, pertanto essere inquadrati nello stadio successivo;
Stadio D: cani malati gravi – Malattia molto grave
- nefropatia proteinuria
- insufficienza renale cronica
- gravi malattie oculari con perdita funzionale e/o richiedano terapie immuno-depressanti
- gravi malattie articolari che possano invalidare la funzione motoria;
- gravi malattie concomitanti infettive, parassitarie, neoplastiche, endocrine o dismetaboliche.
- titoli anticorpali da medi ad elevati
- sintomi delle precedenti fasi
- tromboembolismo polmonare o sindrome nefrosica
- malattia renale allo stadio finale
Alterazioni clinico-patologiche elencate nello Stadio II, stadio IRIS III (creatinina 2.1-5 mg/dl) e stadio IV (creatinina>5 mg/dl) o sindrome nefrosica: marcata proteinuria UPC>5
Terapia altamente personalizzata
Prognosi infausta
Stadio Ea: cani refrattari al trattamento
Stadio Eb: cane con recidiva precoce.
Per quanto riguarda i protocolli terapeutici per la cura della Leishmaniosi, ti rimando a questo scritto in cui ne abbiamo accennato i principali.
In conclusione possiamo dire che, di fronte ad una patologia tanto complessa è bene affidarsi a tutti i dispositivi che abbiamo a disposizione che ne prevengano l’instaurarsi:
- repellenti
- vaccinazione (consigliata anche dalle nuove Linee Guida della WSAVA)
- immunostimolanti.
Inoltre, considerando la possibilità comunque di avere un’infezione, è sempre bene fare controlli sierologici ai cani che vivono in zone endemiche, che vivono e dormono fuori di notte anche e soprattutto in estate.
Bene per oggi è tutto.
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Bibliografia
- https://www.gruppoleishmania.org/
- http://www.veterinari.vda.it/index.php?option=com_attachments&task=download&id=114
- https://it.virbac.com/files/live/sites/it-public/files/pdf/CaniLeish/Calendari%202018/VIRBAC%20NEWS%204_MALATTIE.pdf